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NSC

La priorità era fornire una struttura rapida da costruire, capace di contenere per un tempo limitato (vedremo più  avanti  quanto...)   la   minaccia   rappresentata   da radiazioni e scorie radioattive e in grado di resistere in modo soddisfacente quanto bastava per concludere i programmi di evacuazione, riorganizzazione e allestimento di nuove strutture di contenimento più performanti. Come ho accennato, fra il 1986 e il 1987 furono circa 226.000-240.000 i Liquidatori che si alternarono per la pulizia e la realizzazione dello scudo protettivo rappresentato dal sarcofago: il reattore necessitava di essere isolato al più presto possibile assieme ai detriti dell'esplosione, che comprendevano circa 180 tonnellate di combustibile e pulviscolo altamente radioattivi e 740.000 metri cubi di macerie contaminate. Fu quindi progettata la realizzazione di un sarcofago di contenimento per far fronte all'emergenza. La progettazione del sarcofago fu iniziata il 20 maggio 1986 e la sua costruzione durò complessivamente 206 giorni.

La volta del sarcofago era sostenuta da tre corpi principali che sorreggevano una copertura costituita da tubi di 1 metro di diametro e da pannelli di acciaio. La parete sud era realizzata prevalentemente da pannelli di acciaio che, alzandosi per alcune decine di metri, si inclinavano di circa 115° per poi concludere verticalmente formando il tetto; la parete est era quella non collassata dello stesso reattore; la parete a nord era un "mix" di acciaio, cemento e mura semidistrutte; la parete ovest era stata realizzata a parte e poi montata successivamente sulla facciata con l'ausilio di gru. 

Il sarcofago fu "ultimato" a novembre del 1986 ma ogni anno, proprio per la povertà dei materiali usati e per la mancanza di una più ponderata progettazione, nuove falle (da pochi centimetri a oltre una dozzina di metri di diametro) si aprono sulla struttura. La pioggia si infiltra al suo interno e rischia di contaminare le falde acquifere nonostante il tunnel costruito a braccia dai Liquidatori-minatori per isolare il nocciolo fuso dal terreno.

Si calcola che circa 2.200 metri cubi di acqua si riversino all'interno del sarcofago ogni anno, facendo aumentare di 10 volte il peso delle fondamenta che va da un minimo di 20 fino ad un massimo di 200 tonnellate per metro quadrato. Dal giorno dell'incidente  al 10/2016 il basamento è sprofondato di oltre 4 metri, permettendo l'infiltrarsi di materiale radioattivo nelle falde acquifere che si riversano nel fiume Pripyat e, quindi, nel Dnepr. La temperatura all'interno del sarcofago rimane, ancora oggi, a circa 1.000 °C in prossimità del nocciolo e ciò contribuisce al costante indebolimento e alla deformazione della struttura.

Dopo la costruzione del sarcofago, nelle pareti in muratura interne rimaste sono stati praticati alcuni buchi artificiali per monitorare, mediante telecamere a distanza e apparecchiature radiocomandante, le condizioni interne. Inizialmente i tecnici e gli operatori supposero di trovare i rottami del reattore sepolti là sotto tra le macerie ma con loro grande stupore, si resero invece conto che non era rimasto più niente: la struttura del reattore si era letteralmente sciolta assieme al nocciolo, colando lungo i piani sottostanti come una vera e propria "lava radioattiva" che ha formato una sorta di stalagmite dalla curiosa forma che assomiglia ad un "piede d'elefante" e proprio così è stata ribattezzata. Costituita dal reattore e dal nocciolo fusi e composta da uranio, cesio, plutonio, grafite ed altro materiale altamente radioattivo, resterà tale per migliaia di anni.

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Il New Safe Confinement (NSC)

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Tutto quello che ho scritto fin qui in questa pagina è valso fino al 29 novembre 2016, giorno in cui è stato inaugurato il nuovo sarcofago, denominato "New Safe Confinement" (NSC). Col suo biglietto da visita di 25.000 Tonnellate di acciaio, 108 metri di altezza e 162 metri di lunghezza è divenuto immediatamente la più grande struttura mobile mai costruita, e di certo una delle più costose: circa 2,1 miliardi di Euro raccolti attivando un fondo dalla "Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo" (Bers).

La sua caratteristica struttura ad arco, che lo fa somigliare a una sorta di hangar mobile, ha permesso di farlo letteralmente scivolare attraverso un percorso di 327 metri, dal punto di costruzione fin sopra al vecchio sarcofago originario. Dal momento in cui il NSC è stato collocato sopra la struttura di contenimento originaria si è calcolato all'incirca un anno di tempo per collegare le apparecchiature al nuovo edificio tecnologico che servirà come una sala di controllo per le operazioni future all'interno dell'arco, per sigillale il NSC stesso ermeticamente dall'ambiente e per renderlo, in definitiva, pienamente operativo.

La realizzazione del NSC ha richiesto quasi 16 anni di lavori, anche a causa della situazione politica ucraina: è stato ufficialmente messo in funzione a luglio del 2019 e il suo lavoro durerà 100 anni.

il sarcofago e l'NSC

Il "sarcofago" è la struttura esterna di contenimento che venne allestita, non senza una certa fretta, per far fronte all'emergenza e, in particolare, per isolare il reattore n°4 e i detriti derivati dall'esplosione situati negli immediati dintorni. Chiariamolo fin da subito: per come fu progettato e costruito, il sarcofago ebbe un significato puramente contingente".

La priorità non era fornire una struttura portante solida, stabile e duratura, ammesso, ma di certo non concesso, che la si potesse davvero concretizzare in così breve tempo, con la tecnologia di allora e senza alcuna possibilità di pianificare. 

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