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Addirittura, col senno del poi, arriva a condividere con Pripyat un grigio parallelismo che ora cercherò di spiegare, nella speranza di non sembrare troppo retorico. Slavutych fu costruita, poco tempo dopo il disastro, appositamente per ospitare gli addetti alla centrale nucleare e le loro famiglie, provenienti in massima parte da una Pripyat evacuata in gran fretta e, ancora oggi, la gran parte degli abitanti sono addetti alle infrastrutture della Zona. Molti di loro lavorano nel sito dell'ex-reattore con compiti di monitoraggio, manutenzione o ricerca scientifica. Come triste analogia, quindi, potremmo definire Slavutych oggi quello che fu Pripyat ieri.
I lavori di costruzione di Slavutych cominciarono nell'ultimo trimestre del 1986 (l'incidente si era verificato a fine aprile) e i primi abitanti vi si stanziarono già entro l'anno, soprattutto sopravvissuti al disastro che abitavano quella che poi diventò "la Zona": fra di loro, circa 8.000 individui, all'epoca, erano bambini.  Molti lavorarono nel sito dell'ex-reattore fino alla fine, nel 2000/2001, recandosi regolarmente nella Zona sfruttando in particolare la linea ferroviaria che, attraverso una piccola parte del territorio bielorusso, collega direttamente Slavutych all'ex-sito nucleare. Slavutych venne costruita di proposito circa 50 km ad est dell'impianto, per essere al di fuori della zona più a rischio e, contemporaneamente, in corrispondenza di un'ex-stazione ferroviaria chiamata Nerefa, in modo da poter approfittare della linea ferroviaria già esistente e della vicinanza del fiume Dnepr, altra via di comunicazione attraverso cui far arrivare il necessario in città. Si noti come, prima della costruzione, il suolo sia stato ricoperto con uno strato spesso due metri di terra incontaminata.

Fin dall'inizio Slavutych fu progettata per essere una città all'avanguardia, sulla falsa riga di Pripyat: rispetto ad altre città ucraine, Slavutych può infatti vantare una moderna architettura, con periferie gradevoli, e lo standard di vita è molto più alto. Tutto, quindi, sembra davvero ricordare da vicino Pripyat nella prima metà degli anni Ottanta, insomma. 

Slavutych fu costruita da architetti e manodopera provenienti da 8 delle ex-Repubbliche dell'Unione Sovietica: Lituania, Lettonia, Estonia, Georgia, Azerbaijan, Armenia, Ucraina e Russia.

La città risultò così divisa in otto circoscrizioni, ciascuna delle quali caratterizzata da un proprio stile e una propria atmosfera unici. 

Oggi Slavutych conta tredici quartieri, ciascuno con un corrispondente nome di città: Baku, Belgorod, Vilnius, Dobryninsky, Ergeva, Kiev, Leningrado, Mosca, Riga, Tallinn, Tbilisi, Chernigov e Pechersky. 

Tutti gli asili possiedono una piscina coperta.

In più c'è un centro di aggregazione giovanile, un moderno community center, un Internet cafè, numerose strutture sportive, moderne strutture sanitarie e un hotel.

Circa l'80% degli appartamenti è stato costruito come case da 4 a 6 piani mentre il rimanente 20% è rappresentato da piccole mono-bifamiliari, alcune indipendenti, altre a schiera. La popolazione ha un tasso di natalità eccezionalmente alto e di mortalità altrettanto basso, il che è a parer mio sorprendente, considerato tutto quello che Slavutych ha alle (e sulle) spalle: l'età media a Slavutych è perciò la più bassa dell'Ucraina e più di un terzo degli abitanti sono bambini!
Come ho accennato, fra il 2000 e il 2001 le unità della centrale rimaste in funzione dopo l'incidente sono state chiuse e, da allora, la città deve fronteggiare problemi economici e sociali sempre maggiori, dovuti ad un futuro oltremodo incerto (inizialmente le infrastrutture e le strutture pubbliche vennero pagate perlopiù dalla compagnia che gestiva l'impianto): si consideri che fino ad allora lavoravano nell'impianto 9.000 persone, circa metà della popolazione, mentre dalla completa chiusura questo numero scese a sole 3.000 unità, addette al monitoraggio e alla manutenzione. In più, circa l'85% del budget della città è stato finanziato dal gestore dell'impianto. Per sostenere l'ingresso e l'installazione di nuove compagnie, Slavutych è stata dichiarata "Zona Economica Speciale" (regione geografica dotata di una legislazione economica differente rispetto alla legislazione in atto nella nazione di appartenenza). Inoltre il governo sta finanziando programmi di riqualificazione professionale per aumentare le prospettive occupazionali di coloro che hanno perso il lavoro. Nonostante questi sforzi, però, circa 1.500 persone hanno già abbandonato la città, un trend che si prevede non cambierà, almeno nell'immediato futuro. Proprio a Slavutych si è tenuta, il 2 e il 3 marzo 2007, la la Conferenza internazionale "Chernobyl 20 anni dopo" organizzata dal Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, in cooperazione con la città di Slavutych e la Fondazione per l'autonomia locale ucraina.

I partecipanti alla conferenza hanno adottato l'"Appello di Slavutych", costituito da cinque principi basilari, i "Principi di Slavutych", diretti a guidare le autorità pubbliche nell'ambito della sicurezza nucleare:

1. Ruolo centrale dei governi - Soltanto una gestione congiunta dei governi e della comunità internazionale può far pensare ad una gestione globale della sicurezza nucleare su scala mondiale. Soltanto i governi possono raccogliere le risorse necessarie alla ricerca scientifica, di fondamentale importanza per una politica di prevenzione a lungo termine.

2. Ruolo fondamentale dei poteri locali e regionali - I poteri locali e regionali devono un ruolo fondamentale congiuntamente al governo centrale, nel coinvolgere i cittadini e proteggere le comunità.

3. Solidarietà di vicinato - La sicurezza nucleare non conosce i confini politici o amministrativi di un paese. Richiede, pertanto, solidarietà di vicinato efficace e cooperazione transfrontaliera, per assicurare che ogni area interessata, indipendentemente dal paese a cui questa appartiene, sia alla pari con le altre.

4. Trasparenza e informazione - L'accesso all'informazione deve essere di ampia portata e permanente.

5. Coinvolgimento e consultazione della popolazione - Le popolazioni direttamente interessate devono essere associate e consultate secondo le procedure proprie di ciascun paese, ivi comprese tutte le forme di consultazione diretta.

Slavutych

Slavutych è una città situata all'estremo Nord dell'Ucraina, sulla riva sinistra del fiume Dnepr, circa 40 km in linea d'aria dalla città di Chernobyl (circa 50 su strada), circa 45 da Pripyat e circa 200 da Kiev. Volendo essere rigorosi, quindi, Slavutych non si trova all'interno della "Zona di Esclusione" ma ho deciso ugualmente di presentarla perchè, in realtà, l'unico aspetto che rende Slavutych "esterna" alla Zona è quello geografico: culturalmente, socialmente, economicamente e sotto qualsiasi altro punto di vista, Slavutych rappresenta, invece, un ulteriore capitolo della tragedia di Chernobyl.

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