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La Zona

Essa rappresenta, infatti, solo una, la più piccola e "pericolosa", delle quattro aree concentriche in cui, per monitorare la situazione, fu suddiviso idealmente il territorio circostante la Centrale dopo l'incidente. In realtà, mentre nel 1986 e per un periodo successivo al disastro la "Zona" è stata realmente rappresentata da un cerchio la cui circonferenza si trovava a 30 Km dal reattore n°4, oggi si parla di "Zona" riferendosi a un'area più ampia, meno regolare, senz'altro più sotto controllo e decisamente meno pericolosa, anche grazie alle numerose vie "sicure" da radiazioni e da contaminazioni ambientali mappate durante gli ultimi 30 e passa anni: le mappe seguenti rendono bene l'idea di questa metamorfosi.

All'epoca del disastro, la Zona ospitava circa 120.000 persone, residenti in circa 90 fra paesi e città, di cui Chernobyl e Pripyat rappresentavano centri urbani in rapida espansione:  solo a Pripyat erano concentrate poco meno di 50.000 persone! Oggi, salvo precise deroghe a discrezione delle autorità competenti (es.: rilievi scientifici per lo studio della sicurezza nucleare, brevi viaggi organizzati da Kiev, attività di manutenzione, escursioni turistiche autorizzate, eccetera), la Zona è ufficialmente interdetta alla popolazione civile. Persino gli scienziati che studiano sul posto gli effetti delle radiazioni sono ammessi all'area vietata solo con permessi speciali e, per uscirne, devono spesso sottoporsi a procedure di decontaminazione. 

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All'interno della Zona rimangono ancora numerose infrastrutture industriali, residenziali e di trasporto divenute in gran parte fatiscenti dopo l'abbandono seguito all'incidente e si contano oltre 800 interramenti di veicoli contaminati, oltre a mezzi militari, elicotteri, traghetti e chiatte abbandonati in varie aree, compresi alcuni porti fluviali. 

Un paesino, Kopachi, fu interrato quasi per intero perchè colpito in modo estremamente violento dalle radiazioni liberatesi dal reattore scoperchiato. La cittadina di Rossokha è stata convertita a un vero e proprio "cimitero delle macchine".

Ciononostante, la Centrale è stata mantenuta attiva fino al 2001 (ancora oggi è costantemente monitorata), così come la linea ferroviaria che porta dalla stazione di Yanov, vicinissima al sito nucleare, all'esterno della zona protetta, fino a Slavutych e oltre. 

La flora e la fauna della Zona sono state pesantemente colpite dalla contaminazione radioattiva che ha seguito l'incidente e alcune aree sono rimaste tristemente famose a causa della alterazioni prodotte dalle radiazioni stesse: ne è un emblematico esempio quella che oggi è ormai conosciuta come la Foresta rossa, un bosco ormai praticamente scomparso che si estendeva per circa 5 km² a nord-ovest della Centrale, così soprannominato perchè nei giorni seguenti al disastro gli alberi divennero rossi, probabilmente a causa del massiccio fallout radioattivo veicolato dalle correnti aeree.

Peraltro, la Zona rimane avvolta da un velo di mistero non solo nell'ambito della tragedia di Chernobyl, le cui responsabilità e implicazioni sono ancora oggetto di discussione, ma anche a causa dell'eredità lasciata dall'ex Unione Sovietica: l'installazione segreta nota come Chernobyl 2 ne è forse l'esempio più inquietante.

Esistono tuttavia aspetti ancor più drammatici nel presente dell'Ucraina: lo sciacallaggio, il disboscamento abusivo, le attività dei bracconieri, la salvaguardia dei materiali tecnologici e militari abbandonati sono esempi di problemi attualissimi all'interno della Zona di esclusione.

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Nonostante i controlli delle autorità competenti, individui non meglio identificati (ma con sempre maggior frequenza e disinvoltura appellati come "stalker"...) spesso si introducono nel perimetro della Zona per esplorare le aree circostanti la Centrale, farsi un "selfie" da mandare in Rete, provare il brivido del violare "il proibito" o arrivare a trafugare materiale inquinato, dall'elettronica ai sedili per il WC, specialmente a Pripyat, tanto che nel 2007 il governo ucraino varò tutta una serie di norme amministrative e penali più severe contro le attività illecite entro la Zona stessa, rinforzando anche le unità di Polizia a presidio del territorio. La nuova legge puntò a colpire più duramente soprattutto coloro i quali cercavano di penetrare illegalmente nella Zona a scopo di lucro: per l'asportazione dalla zona contaminata di animali, pesci, frutta, ortaggi e funghi, la pena prevista fu di quattro anni di reclusione, con l'aggiunta di uno supplementare in caso di tentativo di spaccio. Il provvedimento si rese necessario poichè negli ultimi anni molti sono stati i casi registrati nei mercati di Kiev e altre cittadine di commercio di pesci, frutta, ortaggi e funghi radioattivi. A parte le intrusioni occasionali, l'attuale popolazione della Zona è rappresentata quasi esclusivamente dalle persone che nel 1986 rifiutarono di lasciare le loro case o vi ritornarono illegalmente più tardi.

La Zona

Dopo ripetuti e infruttuosi tentativi di espulsione, le autorità ucraine si sono rassegnate alla loro presenza e hanno addirittura permesso il passaggio - in ingresso - di beni ad essi destinati. D'altra parte la popolazione comprende anche vagabondi ed emarginati. Alcune di queste persone, chiamate "samosely" ("auto-coloni" oppure "coloro che vivono da soli": il significato del termine sembra essere molto variabile a seconda del contesto nel quale viene impiegato...), sono ritornate nella Zona già nei primi mesi successivi all'incidente e sopravvivono tuttora coltivando la terra e allevando bestiame.

Si tratta di una questione socio-culturale rilevante, complessa e ancora priva di qualsiasi soluzione.

La Zona

La "Zona" è un'area geografica che si estende, più o meno "virtualmente", per un raggio di circa 30 km intorno al sito della (ormai ex) Centrale nucleare V.I. Lenin (ChNPP - Chernobyl Nuclear Power Plant). Fu istituita nel maggio del 1986, in seguito al noto disastro che coinvolse il reattore n°4 della Centrale stessa, al fine di organizzare le operazioni di evacuazione della popolazione locale e di mettere sotto controllo l'accesso alle aree più esposte alle radiazioni. E' nota anche con varie altre denominazioni: "Zona di alienazione""Zona di interdizione""Zona di esclusione""Zona dei 30 Chilometri" e, assai curiosamente, "Quarta Zona"

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