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S.T.A.L.K.E.R. secondo me

Fermo restando che ognuno ha il pieno diritto di intendere, vivere, giocare e considerare S.T.A.L.K.E.R. come meglio crede, io sento l'esigenza di spiegare (a me stesso e a voi) per quale motivo un FPS Single Player sia riuscito a tenermi incollato al monitor ogni Santo giorno per mesi e mesi.
Il motivo, è presto detto, è che S.T.A.L.K.E.R. è un "Romanzo storico". Oh, intendiamoci, non voglio fare il "Professore", anche perchè il mio ambito professionale non ha nulla a che vedere con la letteratura classica! Tuttavia, è un dato di fatto: S.T.A.L.K.E.R. è un videogioco che, per la sua struttura, il suo intreccio e la sua trama, può tranquillamente essere assimilato ai classici "romanzi storici" d'appendice.
Romanzo storico: un racconto - in questo caso narrato non attraverso un libro bensì attraverso un videogioco - che propone una vicenda completamente o parzialmente inventata ma che è ambientato in un contesto storico reale e realisticamente ricostruito.
Ecco la differenza sostanziale fra S.T.A.L.K.E.R e altri videogiochi simili, magari addirittura meglio realizzati: con S.T.A.L.K.E.R. non stai solo giocando a un videogioco, stai "partecipando" a un fatto storico realmente accaduto. Riadattato, rielaborato, relegato a background... tutto quel che vogliamo: il dato di fatto è che intorno al "videogioco" esiste, ed è presente in ogni istante (talvolta persino brutalmente), una componente "reale & realistica".
Per alcuni non è così: per alcuni S.T.A.L.K.E.R. è un videogioco come tutti gli altri (e, sotto questo punto di vista, pure poco bello: bug, contenuti migliorabili, realizzazione tecnica da rivedere, grafica non eccellente, eccetera...), punto e basta. Questione di opinioni? Forse. E le rispetto in ogni caso.
Tuttavia, sempre considerando i dati di fatto, chiunque abbia sviluppato il proprio interesse verso S.T.A.L.K.E.R. non ha potuto/voluto fare a meno di includere nelle proprie attenzioni anche il contesto storico nel quale il videogioco è stato ambientato: la tragedia di Chernobyl ha avuto così modo di farsi conoscere persino presso chi, per età, per impossibilità o per "pigrizia" (non ho difficoltà ad ammettere di appartenere a quest'ultima schiera, come già confessato nelle presentazioni!) non si era mai interessato attivamente all'evento.
Romanzo storico → Videogioco storico: "vivere" un'avventura ambientata in un contesto che affonda le proprie radici in una vicenda reale. Tragica e terribile... ma reale. Su questa base di realismo, che spinge ciascuno di noi ad addentrarvisi non solo come videogiocatore ma anche come "cittadino del mondo" (la tragedia di Chernobyl rimane il più grave incidente nucleare nella storia umana), viene costruito un mondo dinamico, che è S.T.A.L.K.E.R.: nulla di perfetto, lo sappiamo tutti, ma qualcosa in grado di appassionare. E non solo per la storia: è il background, quel mix di "storico & inventato", che fa la differenza.
Ecco, io ho spesso ricevuto, soprattutto via e-Mail, tante domande del tipo "Ma secondo te è meglio S.T.A.L.K.E.R o XXXXX" (XXXXX = altro titolo videoludico ambientato in un contesto post-atomico o similare)? oppure "Ma come fa a piacerti S.T.A.L.K.E.R. con tutti i bug che ha!?". La risposta è in queste righe che ho scritto: il quasi perfetto mix di realismo - da notare lo "spessore" del contesto storico - e fantasia - da notare i riadattamenti della figura dello Stalker, ripresa dall'omonimo film del 1979, e della Zona, ripresa dal libro "Picnic sul ciglio della strada" - rende a mio avviso S.T.A.L.K.E.R. qualcosa di unico non solo fra i videogiochi ma addirittura fra i mezzi di comunicazione che possano presentare al pubblico una "storia" e, contemporaneamente, spingere lo stesso pubblico ad interessarsi alla "vera" storia radicata nel background.
S.T.A.L.K.E.R. secondo me? Un "Videogioco storico". Letteralmente.

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