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il corriere della sera

 Resoconto completo

 

Sabato 26 aprile 1986 - â€‹Esplode il reattore numero 4
All'1.23 dopo la mezzanotte, ora locale, il reattore numero 4 della centrale nucleare "Lenin" di Chernobyl (Repubblica ucraina, Urss), esplode durante un test di sicurezza. "Cercavano di fare la pazzia di provare a vedere come si comportava l'unità 4 in caso di fermata per avaria. Un'avaria provocata, in questo caso. Era una prova già tentata (con successo) sull'unità 3, adiacente. Questa volta, non riuscì l'esperimento, somma di errori umani in sequenza impressionante, dalla progettazione della centrale senza copertura blindata fino all'affidamento della prova disastrosa a un turno di addetti che non aveva partecipato alla programmazione". [Jacopo Giliberto, Sole 10/3/2011]

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Potenza e temperatura del nocciolo del reattore aumentano in modo incontrollato. Alla prima, fortissima esplosione, che provoca lo scoperchiamento del reattore spostando un blocco di acciaio di 2.000 tonnellate, ne segue un'altra ancora più forte e altre ancora in seguito. Il nocciolo quindi sprofonda nel suolo per oltre 4 metri. Già dalle primissime ore le esplosioni lanciano nell'atmosfera 20 milioni di curie di materiali radioattivi e quasi la stessa quantità di gas radioattivi inerti. Si calcola che il reattore di Chernobyl abbia rilasciato una quantità di sostanze radioattive 200 volte superiore alle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki messe insieme. La nube tossica irradia il 70 per cento del territorio della vicina Repubblica bielorussa. In tutto, sono contaminate aree in cui vivono nove milioni di persone.

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Domenica 27 aprile 1986 - Il reattore brucia, Mosca tace
La cittadina di Prjbiat viene fatta evacuare. Circa cinquantamila abitanti, è ancora più vicina di Chernobyl alla centrale: solo tre chilometri. Completata nel 1970, è destinata in gran parte ai lavoratori della centrale e alle loro famiglie. Squadre di vigili del fuoco, tecnici, militari tentano disperatamente di spegnere gli incendi che si sono sviluppati e che minacciano gli altri reattori. Vengono tutti investiti dalle radiazioni. Mosca ancora tace, il mondo non sa.

 

Lunedì 28 aprile 1986 - "Sciagura nucleare in Urss"

Il primo allarme, in Europa, arriva da Stoccolma e Helsinki, e poi da Oslo e Copenaghen, dove si registra un inquietante aumento del livello di radioattività. In Italia l'Ansa dà questa notizia alle 17.58. Dopo che per tutta la giornata le autorità sovietiche hanno negato l'accaduto, alle 21.01 la Tass diffonde un flash urgente: "Un incidente si è prodotto nella centrale nucleare di Chernobyl, uno dei reattori atomici è rimasto danneggiato, misure vengono prese per liquidare le conseguenze del guasto, ai colpiti viene prestato aiuto, è stata costituita una commissione governativa". Sandro Scabello, corrispondente del Corriere della Sera da Mosca, annota: "La formazione di una commissione d'inchiesta governativa lascia intuire che si è trattato di una vera e propria catastrofe". Il Corriere va in stampa con il titolo "Sciagura nucleare in Urss". [Cds 29/4/1986]

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Nessuna variazione della radioattività in Italia, dice l'ingegner Giovanni Naschi, direttore della divisione sicurezza e protezione sanitaria dell'Enea. Per domani è annunciata una rilevazione generale straordinaria: "Credo che non troveremo molto: tutto dipende dalle correnti atmosferiche, se spirano da quella parte dell'Unione Sovietica verso l'Italia". [Cds 29/4/1986]

 

Martedì 29 aprile 1986 - Paura nucleare sull'Europa
Il Cremlino chiede con urgenza assistenza e informazioni tecniche a Bonn e a Stoccolma. L'incidente, dice un secondo comunicato, ha provocato la distruzione di parte delle strutture della costruzione, il danneggiamento del reattore e la fuga di una certa quantità di sostanze radioattive. I morti sono due. Fonti occidentali parlano di 2.000 vittime, la Cnn di 280. Evacuati gli abitanti di Chernobyl e di altri tre centri urbani nelle vicinanze. I sovietici hanno steso un cordone di sicurezza su un'area di trenta chilometri attorno alla centrale. [Scabello, Cds 30/4/1986]

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Un anonimo funzionario del Pentagono riferisce in serata che dalle rilevazioni dei satelliti si nota la scomparsa totale del tetto della centrale atomica e il crollo di una parte delle pareti del reattore.

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I venti che avevano portato la nube sul Nord-Europa sono lentamente ruotati in direzione antioraria: l'aria contaminata è passata sulla Polonia. Svezia e Danimarca hanno protestato con Mosca a livello ufficiale: dovevano essere avvertite immediatamente. Lunghe file fuori dalle farmacie in Danimarca: la gente cerca pasticche di iodio per combattere gli effetti delle radiazioni, in Svezia sono andate esaurite in mezz'ora. Il Corriere va in macchina con un titolo a tutta pagina in prima: "Paura nucleare sull'Europa". [Cds, 30/4/1986]

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"L'Italia non corre alcun pericolo"
Conferenza stampa affollatissima del ministro per la Protezione civile Giuseppe Zamberletti, dove si dice che la nube radioattiva potrebbe raggiungere l'Italia tra l'1 e il 3 maggio, e che comunque il nostro Paese non corre alcun pericolo: "I livelli di radioattività non andrebbero al di là di quelli misurati in queste ore in Svezia, e cioè cinque volte superiori al fondo naturale". Mobilitate tutte le stazioni di rilevamento radioattivo: 800 dei vigili del fuoco, 18 dell'Aeronautica, 25 dell'Enea, 4 dell'Enel.

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"Nella centrale nucleare di Caorso apparentemente nessuno è preoccupato. Tutto scorre come nei giorni precedenti alla tragedia di Chernobyl. Nella palazzina chiamata "Centro di informazione numero 1" entra, come tutti gli altri giorni, una scolaresca: cinquanta ragazzi della media Bagatti di Varedo, vocianti, si accalcano intorno ai plastici che illustrano le strutture e il funzionamento della centrale". La segreteria regionale del Pci chiede l'immediata sospensione dei lavori di costruzione della nuova centrale elettronucleare di Trino Vercellese (2mila megawatt, investimenti per 5mila miliardi di lire) che dovrebbe entrare in funzione tra una decina d'anni.

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In Parlamento diversi partiti chiedono chiarimenti. Verdi ed ecologisti hanno cominciato a protestare. Il Pci propone anche di sospendere le procedure per il raddoppio della centrale di Montalto di Castro. Ma il partito non è compatto: c'è un'ala filonucleare (Giovan Battista Zorzoli, responsabile della commissione energia) e una antinucleare (Antonio Bassolino il dirigente più in vista). Il democristiano Salvatore D'Amelio accusa gli organizzatori delle mobilitazioni antinucleari di voler far tornare il Paese alla "civiltà delle candele". [Cds, 30/4/1986]

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Mercoledì 30 aprile 1986 - La nube radioattiva sfiora l'Italia
La nube radioattiva sorvola Austria, Svizzera e Jugoslavia. In Italia i primi segnali sono captati a Ispra (Varese) e Caorso (Piacenza). E' arrivata prima del previsto, ma l'innalzamento rispetto al fondo naturale, fino a notte, si mantiene entro i limiti di 1,8 volte. Per Naschi, dell'Enea, un aumento anche di 5 o 10 volte è irrilevante ai fini sanitari: "Perchè ci siano effetti nocivi sulla salute dovrebbero registrarsi livelli di alcune centinaia di volte rispetto al fondo". Più preoccupati esperti di Greenpeace e Italia Nostra, che temono effetti cancerogeni a lungo termine a causa dell'ingresso nel ciclo alimentare dei prodotti della fissione.

 

Il più grande incidente nucleare
Zamberletti al Senato, il ministro dell'Industria Renato Altissimo alla Camera tendono a sdrammatizzare le eventuali conseguenze per l'Italia del "più grande incidente nucleare" mai verificatosi fino ad oggi. La comunicazione ufficiale dell'incidente è stata data dall'Urss a Roma solo alle 20.15 di martedì 29. Nelle repliche, muro di reazioni negative alle reticenze sovietiche. La Dc, insieme ad Altissimo, conferma alla Camera la volontà di non modificare il Piano energetico nazionale. [Cds, 1/5/1986]

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La Tass si fa sentire al solito alle 21: conferma che i morti sono due, aggiunge che dei 197 feriti 49 hanno già lasciato l'ospedale. Mosca minimizza ancora: il telegionale della sera si apre con le immagini della piazza Rossa imbandierata per la festa del Primo maggio di domani. Solo più tardi appare la prima foto, in bianco e nero, della centrale devastata dall'esplosione. Le vittime, dicono alcune testimonianze, sarebbero centinaia. Migliaia di capi di bestiame sarebbero morti in poche ore. Le autorità regionali hanno proibito la balneazione e la pesca nei fiumi. Gorbaciov tace. [Cds, 1/5/1986]

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Giovedì 1 maggio 1986 - L'Italia coperta dalla nube
Contrariamente a quanto si era sperato, la nube non ha semplicemente sfiorato il Nord Italia, ma già da oggi investe in pieno la penisola e ci ristagna sopra. Quello che più preoccupa è l'accumulo sul terreno dello Iodio 131, un isotopo che entra facilmente nel ciclo biologico passando dal suolo alle piante, dagli animali fino all'uomo. Zamberletti suggerisce di lavare bene le verdure. [Cds, 3/5/1986]

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"Quando l'uranio si spezza, fra le altre cose viene prodotto questo parente stretto, o isotopo, dello Iodio. Lo Iodio 131 entra nel metabolismo dell'uomo depositandosi nella tiroide ed esponendo questo organo a piccolissime dosi di raggi gamma, cioè di radiazioni elettromagnetiche di altissima frequenza, simili ai raggi X delle radiografie" (Claudio Sennis, direttore aggiunto del Dipartimento sicurezza e protezione sanitaria dell'Enea, sentito da Franco Foresta Martin). [Cds 3/5/1986]

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Venerdì 2 maggio 1986 - Pioggia nucleare, emergenza in Italia
Quantità apprezzabili di Iodio 131 vengono trovate nelle verdure e nel latte delle mucche che hanno pascolato all'aperto il primo maggio. "Situazione sotto controllo", dice Zamberletti nel primo pomeriggio. Ma il suggerimento di ieri a lavare bene la verdura si trasforma in un pressante invito ad astenersi dal suo consumo. Prende subito l'iniziativa il ministro della Sanità Costante Degan, che non appena finita la conferenza stampa di Zamberletti converte in ordinanza i suoi consigli. Per 15 giorni è vietata la vendita di verdure fresche a foglie e la somministrazione di latte fresco ai bambini fino ai 10 anni di età e alle donne in stato di gravidanza. Il Corriere in prima torna domani al titolo a tutta pagina: "Pioggia nucleare, emergenza in Italia". [Cds 3/5/1986]

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Boris Eltsin, segretario del partito comunista per la regione di Mosca, ammette per la prima volta che l'incidente è stato provocato da un errore umano e che la zona intorno agli impianti è contaminata in modo grave: radioattività intorno ai 200 roentgen per ora, un livello letale. [Cds 3/5/1986]

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Tutto esaurito al Cristallo Palace di Bergamo, unico albergo in Europa dotato di un capace e sofisticato rifugio a prova di atomica: la reception non ha requie, non ce la fa più a star dietro alle richieste di prenotazione. Il bunker ha una riserva di acqua, un generatore autonomo di corrente, due apparecchiature per filtrare l'aria dalle radiazioni, misuratori della radioattività atmosferica ecc. è stato progettato da un ingegnere della Nato. [Cds 3/5/1986]

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Sabato 3 maggio 1986 - La nube fa meno paura
La nube sta per lasciare l'Italia. Zamberletti assicura che la radioattività non ha mai superato valori oltre dieci volte quelli normali. Il governo pensa già alla possibilità di accorciare la durata dei divieti in vigore da ieri. Molti mercati sono rimasti chiusi, in diverse città non è stato distribuito latte fresco. Già bruciati cento miliardi di lire. Manifestazioni antinucleari in molte piazze d'Italia. L'Unione consumatori dice che il miglior antidoto contro l'assorbimento della radioattività è il pesce, soprattutto quello azzurro. [Cds 4/5/1986]

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Vietata la verdura a foglie
Sindrome da accaparramento a Roma: terminate le scorte del latte a lunga conservazione. Una certa corsa, ma più contenuta, ai prodotti in scatola che possono sostituire la verdura fresca. Confusione nei negozi e nei mercati: i finocchi come devono essere considerati? Il ministero specifica con una circolare: "Per verdure fresche a foglie devono intendersi prodotti quali insalate varie, cime di rapa, bietola, spinaci, cicoria, scarola, indivia, broccoli, cavoli, cavolfiore, verza, agretti, asparagi varietà verde, carciofi e similari". I finocchi si possono vendere e mangiare. L'ordinanza è rispettata soprattutto nelle città del Nord. Ma si teme il collasso di un settore, l'ortofrutta, da sempre uno dei capisaldi della bilancia agro-alimentare. Nella classifica mondiale dei produttori l'Italia è al secondo posto dopo gli Stati Uniti. Prima invece per quanto riguarda l'export (nel 1985 dalle vendite all'estero il settore ha ricavato 2.700 miliardi di lire). [Cds 4/5/1986]

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Tra la gente al supermercato

E la gente come l'ha presa? Per farmene un'idea, ieri mattina, dodici ore dopo la grida dell'accoppiata Zamberletti-Degan addetta ai disastri e alla sanità, ho fatto un giro per Milano. Alle 9 entro in uno dei più rinomati supermercati, in via Santa Croce, e allibisco: una graziosa composizione di lattuga è in bella mostra sul bancone; accanto, una cassetta di radicchi rugiadosi e varie verdure che non nomino per pura ignoranza botanica, ma che di sicuro sono vietate, avendo foglie larghe, larghissime: cavolfiori, spinaci, rucola? Uno stormo di anziane passa in rassegna i cespi, li esamina con occhio intenditore, sceglie e butta il preferito nel carrello. Domando: ma non è proibita?
"Cosa?"
L'insalata.
"Perchè?"
Ordine del governo, per la nube: non ha sentito?
"Stupidat, sono scampata a 50 anni con mio marito, quater fioeu, una guèra e la pensione sociale, e adess mi, io dovrei aver paura del cicorino?".

Un giovanotto in camice, un dipendente, presumo, armeggia nello scaffale.
Scusi, lei è della ditta? Non siete stati avvertiti che la verdura non si può vendere?
"Se dovessimo dar retta a tutto quello che dicono, ciao".
Altro supermercato, in via Santa Sofia. Identica scena. Una distesa di songino e di trevisano che va a ruba. Anche stavolta mi intrometto nella spesa di una signora: "Se permette, le consiglio di non mangiare quella roba, è piena di particelle radioattive, rischierebbe di ammalarsi".
Mi guarda con diffidenza, probabilmente mi ha scambiato per un borseggiatore, poi scuote la testa e mormora: "Figurarsi, oggi non c'è più niente di genuino; o che viene su nelle serre o che la fanno arrivare da Israele, dall'Africa o non so da dove, ma non dall'orto. Ma dove sono gli orti? In piazza del Domm? O a Seveso?".

Interviene un'altra cliente e si anima una discussione. Cui aderiscono immediatamente cinque o sei persone. Attacca uno sui 60 anni: "Criticano tanto i russi, ma noi siamo peggio. Se capiss un accident: sbandierano che non c'è pericolo e poi mettono ko l'insalata e il latte. Ma allora? Che si mettano d'accordo".
Un secondo, di poco più giovane: "A me che non mi va giù è la storia dell'acqua piovana, l'è una presa in gir: ma chi è che la beve? S'è mai visto qualcuno a Milano che va a fare rifornimento idrico sulle grondaie?".
Una donna: "Tempi duri, Nostradamus aveva previsto tutto".
Un'altra: "Macchè Nostradamus, colpa di Halley, la cometa che mena gram: prima la Libia, poeu el metanolo, mancava la pioggia atomica".
"Per me" prosegue il dibattito, che è troppo confuso e acceso, ormai, per consentirmi di dare paternità alle battute  "ci deve essere sotto qualcosa di grave e ce lo nascondono, come giustamente sostiene quel signore che difende i russi".
"Ma io non è che difendo i russi. Dico solo che è un caos. Ho letto che a Bologna i bambini non possono giocare con la sabbia o la terra o quel che l'è. E quelli di Modena, poden crepà?".
"Questo è da ridere in confronto alla faccenda dei pompieri di Caorso, là dove c'è la nostra turbina nucleare. Ieri in televisione s'è visto che hanno fatto delle rilevazioni e il comandante fa "Sì, qual cosina c'è". Ma siamo matti, cosa significa qualcosina? Decidetevi a parlare benedetta gente".

Verso le 10 più nessuno ha voglia di scherzare: i vigili sigillano le cassette di verdura che trovano nei negozi di fruttivendolo. E uno commenta: "Scommetto l'osso del collo che la congelano e fra 15 giorni la rivendono al doppio. Tanto, assicurano che dopo un po' di tempo la radioattività svanisce".
Persino le rosticcerie sono in difficoltà: casseruole di spinaci bolliti finiscono nella pattumiera. Chi compra i ravioli indaga sul ripieno: se ha il sospetto che contenga qualsivoglia erba, rinuncia. In un bar, la radio è accesa, sintonizzata su un'emittente privata, lo si deduce dall'eloquio dello speaker. Va in onda un'intervista a un funzionario della centrale del latte: "Bevetene il più possibile - incoraggia gli ascoltatori -: disintossica!". Il barista resta di pietra: "Fa bene o male, 'sto latte? Non si sa più a chi dare ascolto". E un avventore, sorseggiando del vino: "Ma lei pensa proprio che le mucche mangino l'erba? Fra gli estrogeni e il foraggio nucleare, forse è meglio il metanolo. Mi dia un altro bianco, almeno muoio allegro". - 
Vittorio Feltri - [Cds 4/5/1986]

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Il Cremlino affida al primo ministro Ryzhkov, al numero due del Pcus Libaciov e al leader dell'Ucraina Sherbitski l'inchiesta sull'incidente. Dure accuse del presidente americano Reagan all'Urss: ci devono una spiegazione: non è solo una questione interna. Il presidente del Consiglio Craxi incontra Reagan a Tokio alla vigilia del summit dei Grandi. [Cds 4/5/1986]

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Gli ecologisti denunciano Zamberletti e Degan (per la "vergognosa carenza di informazione ai cittadini, e la forma incerta con cui sono state prese le misure preventive") e Gorbaciov per "attentato alla salute". [Cds 4/5/1986]

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Domenica 4 maggio 1986 - Il vento disperde le radiazioni
La nuvola dovrebbe definitivamente abbandonare il nostro Paese questa settimana. Vanno diminuendo i livelli di concentrazione dello Iodio 131 nell'aria e nella vegetazione, aumentano invece nel latte. E' ancora polemica sull'ordinanza di Degan. Un dirigente dell'Enea: nessun paese in Europa, tranne la Polonia, investita direttamente, ha adottato misure così drastiche. Per gli esperti della Sanità invece l'ordinanza era doverosa. [Cds 5/5/1986]

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Il Papa accenna per la prima volta all'incidente: rivolgendo un pensiero alle popolazioni di Kiev e dell'Ucraina. Strip-tease antinucleare con Cicciolina (Ilona Staller) e Ramba (Ileana Caruso) in piazza del Popolo a Roma: si sono spogliate rimanendo solo con alcuni carciofi in mano. Traffico paralizzato, sono intervenuti i carabinieri. [Cds 5/5/1986]

 

Lunedì 5 maggio 1986 - â€‹Via la nube, aumenta la radioattività a terra
L'aria è più pulita, ma la pioggia, trascinandosi dietro le particelle non ancora spazzate dal vento, aggrava la situazione. I valori di radioattività al suolo e nei vegetali in ventiquattr'ore sono quasi raddoppiati.

Nei mercati sono triplicati i prezzi delle patate novelle dalla Sicilia. All'ortomercato di Milano i pomodori Riviera sono schizzati a 4.000 lire al chilo all'ingrosso e quelli normali (che sabato erano a 1.200) vengono ceduti dalle 2.800 alle 3.000 lire.

 

Sulle centrali nucleari in Italia si profila un referendum. I radicali cominceranno tra 15 giorni la raccolta delle firme. Anche socialisti e comunisti hanno lanciato l'idea, ma i comunisti sono spaccati: mezzo partito favorevole alle centrali, mezzo contro. Anche i partiti tradizionalmente filonucleari come la Dc sembrano favorevoli a una pausa di riflessione.

Il governo sovietico ammette per la prima volta che le radiazioni hanno oltrepassato la zona di 30 chilometri attorno all'impianto che è stata fatta evacuare. [Cds 6/5/1986]

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Martedì 6 maggio 1986 - Le campagne ancora ricoperte dalla "brina nucleare"
Slitta la revoca dei provvedimenti governativi sul divieto di vendita delle verdure. Al Nord i livelli di contaminazione tornano sui valori del 2 maggio, quando la nube è arrivata sull'Italia. Sono in rialzo anche al Centro ma soprattutto al Sud. La Regione Lombardia invita i genitori a tenere i bambini in casa.

Consigli del dietologo: al posto del latte fresco scegliere quello a lunga conservazione, in polvere o condensato e i formaggi; sostituire le verdure a foglie con verdure surgelate e in scatola, patate, carote, pomodori, peperoni, zucca, frutta fresca (mele, pere, agrumi), cereali integrali (per l'apporto di fibre e vitamina E), compresse polivitaminiche e poliminerali.

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Primo reportage della tv russa a Chernobyl: sono passati dieci giorni dal disastro. [Cds 7/5/1986]

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Mercoledì 7 maggio 1986 - Troppo radioattivi per la Cee alcuni prodotti italiani
Sospinta dai venti la nube ha lasciato l'Italia, ma il pericolo della radioattività al suolo continua. I medici consigliano di non tenere i bambini chiusi in casa. E' sufficiente lavarli quando rientrano. Per la Comunità europea alcuni prodotti agricoli italiani sono troppo radioattivi, ma è scontro tra i Dodici sui limiti di rischio. [Cds 8/5/1986]

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Crollano in Italia le vendite di latte e formaggi freschi. Si stimano in cinque miliardi di lire al giorno i danni per il settore dell'ortofrutta. [Sta. 8/5/1986]

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Giovedì 8 maggio 1986 - Buca la terra il rogo nucleare?
Mentre il premier ucraino assicura che l'incendio a Chernobyl è praticamente domato, tecnici occidentali avanzano una drammatica ipotesi: il nocciolo avrebbe già sfondato lo zoccolo di protezione. La gente continua a fuggire da Kiev. [Cds 9/5/1986]

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Venerdì 9 maggio 1986 - "A due passi dal deserto nucleare"
Francesco Bigazzi dell'Ansa è uno dei primi giornalisti occidentali ad essere accompagnato dalle autorità sovietiche in Ucraina nei luoghi colpiti dal disastro.

Il vento sta riportando la nube sull'Italia, ma la situazione migliora al Sud. In Sicilia e in Sardegna è revocato il divieto di vendere la verdura fresca. [Cds 10/5/1986]

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Sabato 10 maggio 1986 - Si spegne l'emergenza nucleare
Massiccia manifestazione degli ecologisti a Roma contro il pericolo atomico: centomila in piazza, disordini provocati dagli autonomi. Sono assenti i principali partiti e molti dei politici che avevano aderito all'iniziativa. [Sta. 11/5/1986]

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Migliora nettamente la situazione in Italia. Ma a Bruxelles continua la guerra agli ortaggi radioattivi. Confusione tra i Dodici sulle misure che limitano le esportazioni di latte e verdure. Bloccate quelle dall'Est europeo. Critica a sorpresa dell'Unione consumatori: "Ridicoli i divieti, si può mangiare tutto". [Cds 11/5/1986]

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Domenica 11 maggio 1986 - Nucleare, sull'Italia torna il "sereno"
Si è ripulita l'aria sulla penisola, scende la radioattività a terra. Gli ecologisti marciano a Trino Vercellese per bloccare i lavori di costruzione di una seconda centrale da 2.000 megawatt, voluta da governo, regione e comune di Trino. [St 12/5/1986]

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Interviene Papa Giovanni Paolo II: l'atomo rende pauroso il cielo e può danneggiare l'intera umanità al di là delle frontiere nazionali. [Cds 12/5/1986]

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I sovietici riprendono il controllo della centrale ma per due settimane hanno temuto la catastrofe. Solo ora Mosca ammette pubblicamente l'estrema gravità dell'incidente di Chernobyl. Responsabili dell'informazione sovietica incontrando esponenti dei mass media dell'Ovest si giustificano così: "Se qualcuno muore non ci precipitiamo alla porta di casa a chiedere cos'è successo. Per non creare panico vogliamo essere precisi e ciò richiede tempo". [Cds 12/5/1986]

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Martedì 13 maggio 1986 - Ridotti i divieti al Centro-sud
Da oggi è libera la vendita di verdura dalla Toscana in giù. Resta proibito il latte fresco a bambini e gestanti. Migliaia di quintali di verdura sono stati avviati all'Aima per la distruzione. Livelli di radioattività ancora elevati in Veneto e Trentino-Alto Adige.

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Mercoled' 14 maggio 1986 - Gorbaciov in tv
"Una sventura è scesa su di noi. Il peggio è passato, ma è ancora presto per dire la parola fine". Alle nove e due minuti Mikhail Gorbaciov compare sui teleschermi dell'Urss e rompe un lungo silenzio. Parla per 27 minuti, dice che l'incidente di Chernobyl è stato estremamente pericoloso, "per la prima volta abbiamo sperimentato quanto sia sinistra la forza dell'energia nucleare che sfugge al controllo". Spiega che i morti finora sono nove, 299 le persone ancora in ospedale. "Ma le misure prese hanno evitato un numero maggiore di vittime". [Sta. 15/5/1986]

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In Italia si decide che il 22 maggio partirà la raccolta firme per tre referendum sul nucleare: uno proposto dai radicali, uno da Democrazia proletaria, uno dagli ambientalisti. Il ministro della Difesa Spadolini scrive un editoriale sulla Voce Repubblicana: "Il futuro del Piano energetico non può essere affidato alle marce e ai referendum". [Sta. 15/5/1986]

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Sabato 17 maggio 1986 - Verdura libera anche al Nord
La vendita degli ortaggi può riprendere ovunque dalla mezzanotte. Resta in vigore, fino al 24, il divieto per il latte a bambini e gestanti.

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Mercoledì 21 maggio 1986 - Un sondaggio misura l'effetto Chernobyl
Nucleare o no? In un sondaggio del Corriere l'Italia risponde così: 70,7% No, 22,8 Sì, 6,5% Non so. Quasi il 50% vuole la chiusura delle centrali esistenti. [Cds 21/5/1986]

 

Sabato 24 maggio 1986 - "L'emergenza è finita"
Torna libero anche il latte fresco. Solo la Regione Veneto continua a vietarlo (fino al 31 del mese). Il presidente del Consiglio Craxi dice: "L'emergenza è finita". Lo Stato ora deve rimborsare gli agricoltori. Si stima che la perdita sia stata di cento miliardi alla settimana. [Cds 25/5/1986]

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Domenica 8 novembre 1987 - L'Italia va al referendum sul nucleare
L'effetto Chernobyl si fa sentire sul referendum che si tiene l'8 e il 9 novembre del 1987. Gli elettori italiani abrogano a larga maggioranza le tre norme poste in votazione: 1) attribuire al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il potere di determinare le aree dove insediare le centrali elettronucleari, nel caso non lo facessero le Regioni; 2) autorizzare l'Enel a versare contributi a Regioni e Comuni in proporzione all'energia prodotta sul loro territorio con centrali nucleari o a carbone; 3) consentire all'Enel di "promuovere la costruzione" di impianti elettronucleari "con società o enti stranieri" o anche "assumere partecipazioni che abbiano come oggetto la realizzazione e l'esercizio di impianti elettronucleari" all'estero. Vota all'incirca il 65 per cento degli aventi diritto, la scelta emersa dalla consultazione è nettamente antinucleare (i Sì all'abrogazione vincono rispettivamente con il 70,4, 69,1 e 63 per cento). [Piero Fornara, Sole 2/11/2007]

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