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 Mosca non ha avvertito. L'Europa corre ai ripari

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La centrale sovietica di Chernobyl era impiegata per la produzione di plutonio a scopi militari. Lo afferma Warren Witzlg, presidente del dipartimento di ingegneria nucleare all'università della Pennsylvania, che ha affermato che i quattro reattori di Chernobyl "servono soprattutto a produrre plutonio anche se generano pure energia elettrica". Jan vanous, direttore di una società americana specializzata nell'analisi delle tendenze economiche nell'Urss, ha affermato che gli esperti concordano che la centrale sovietica è impiegata per usi civili e militari e che proprio per questo essa non è mai stata aperta alle Ispezioni Internazionali. Una cinquantina di membri della Camera del deputati di Washington hanno presentato intanto ieri un progetto di risoluzione che condanna energicamente l'Unione Sovietica per non aver avvisato in tempo gli altri paesi dell'incidente nucleare di Chernobyl e chiede che esperti occidentali siano ammessi sul luogo dei disastro. In toni meno drastici, il responsabile del programma Onu per l'Ambiente, Mustafa Tolba, ha chiesto al governo di Mosca di render pubbliche tutte le informazioni. Presentato dal deputato repubblicano della Pennsylvania Robert Walker, il progetto di risoluzione della Camera ha denunciato il fatto che l'Urss abbia confermato l'incidente solo dopo che la nube radioattiva era stata individuata dagli osservatori del paesi scandinavi e ha definito "un crimine internazionale" quello commesso dal Cremlino con il suo silenzio. Il documento ha anche chiesto che esperti internazionali possano recarsi a Chernobyl per assistere i sovietici e che i giornalisti di tutto il mondo abbiano libero accesso alla zona dell'incidente. L'incidente ha avuto un immediato drammatico riflesso negli Stati Uniti, in particolare in Florida, poichè sulla non lontana Isola di Cuba tecnici sovietici stanno costruendo una centrale atomica. L'isola dista 320 km dalle coste e la preoccupazione è che un incidente simile a quello di Chernobyl a Cuba costituirebbe un grosso pericolo per il continente nordamericano. "Se si verificasse a Cuba un incidente di proporzioni maggiori, come quello di cui si è testimoni oggi a Chernobyl, qui staremmo molto male", ha detto Bahram Kursunoglu, direttore del centro di ricerche teoretiche dell'università di Miami. Il leader cubano Fidel Castro ha ripetutamente enfatizzato i dispositivi di sicurezza previsti per i quattro reattori in costruzione vicino alla città meridionale di Gleniuegos. Secondo Dave Joliffe, portavoce della Società Nucleare Americana, esistono informazioni attendibili secondo cui i sovietici starebbero costruendo muri di contenimento intorno al reattori a Cuba e che verrà usata acqua pressurizzata, invece della grafite, per moderare la catena reattiva. Negli impianti americani e occidentali viene usata l'acqua come mezzo di raffreddamento o moderazione, mentre nella centrale di Chernobyl il nocciolo del reattore esploso era protetto da un rivestimento di grafite, senza raffreddamento a acqua e senza muri di contenimento.

 

LONDRA - La fuga radioattiva nella centrale nucleare sovietica di Chernobyl non si può paragonare a quella avvenuta 29 anni fa nella centrale britannica di Windscale, in Cumbria, secondo un esperto della Atomic energy authorlty, l'ente atomico britannico, anche se forse vi può essere qualche punto in comune. Si tratta infatti di due impianti di dimensioni e struttura diversa, che usano un diverso tipo di combustibile e materiale per il raffreddamento. L'unico punto in comune potrebbe essere, secondo l'esperto, il fatto di avere del "moderatore" di grafite e che la fuga radioattiva è stata causata nell'uno e nell'altro caso da un incendio, forse proprio della grafite.
[Omissis] 
In tutti i Paesi europei ed in particolare in quelli del Nord, già investiti dalla nube radioattiva, tutte le attrezzature di misurazione e rilevazione della radioattività nell'atmosfera, nelle acque e nei vegetali sono entrate in funzione.

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STOCCOLMA - "Non bevete acqua piovana" è il pressante invito che la radio svedese ha rivolto stamane e ripetutamente a quanti abitano nelle regioni più direttamente colpite dalla nube radioattiva provocata dalla catastrofe nucleare di Chernobyl. La pioggia, ha spiegato l'emittente, ha contribuito, depositando al suolo le scorie, ad aumentare i livelli di radioattività nella zona di Uppsala, a Nord di Stoccolma e nel comprensorio di Oavle, nella Svezia centrale.

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COPENAGHEN - Il primo ministro danese Schlueter ha aspramente criticato le autorità sovietiche per non avere informato immediatamente dell'incidente in Ucraina i Paesi che presumibilmente sarebbero stati raggiunti dalla nube radioattiva: "lo hanno fatto, ha detto il premier, dopo che erano passati diversi giorni, e questo è del tutto insufficiente". I danesi hanno invaso le farmacie alla ricerca di compresse di Iodio, che aiutano la ghiandola tiroide a non assorbire radioattività.

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HELSINKI - [Omissis]

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LONDRA - Il primo ministro Margaret Thatcher ha confermato ieri in Parlamento che dai primi accertamenti non risulta un aumento di radioattività nell'atmosfera della Gran Bretagna.

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BRUXELLES - Secondo l'Istituto metereologico belga, nessun effetto dell'incidente nucleare avvenuto in Unione Sovietica è stato avvertito dal sistemi di rilevazione operanti nel Paese.

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VARSAVIA - La "nube radioattiva" si trova tuttora al di sopra della Polonia e "si sposta a grande altezza sul territori nordorientali" del Paese. Lo indica un comunicato della commissione speciale governativa incaricata dei controlli e del coordinamento delle misure di profilassi diffuso ieri sera dalla televisione. Raccomandazioni vengono date ad ogni modo, specialmente per neonati, bambini e donne incinte affinchè non consumino latte proveniente da mucche alimentate con mangimi verdi a causa del fatto che lo Iodio può, collocandosi sulle piante, penetrare attraverso il latte nell'organismo umano.

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PRAGA - In Cecoslovacchia non si è registrato finora nessun aumento del grado di radioattivitè nell'aria. Lo, ha reso noto ieri sera l'agenzia di stampa cecoslovacca CMc.

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BUDAPEST - Anche in Ungheria, secondo l'Istituto centrale per la fisica di Budapest, non vi è per il momento alcun pericolo di radiazioni.

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Stampa Sera - n°114, 30 aprile 1986          

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